Il mio cuore, un fragile cristallo puro,
ora è uno specchio infranto, opaco e senza vita,
frantumato dall’indifferenza, una ferita infinita.
Tu, Indifferenza, sei la lama più affilata:
non sanguina la carne, ma l’anima piagata.
Non un grido, non un insulto,
ma il vuoto assordante di chi non è notato.
La mia essenza si sgretola, fumo nel vento,
l’identità sbiadita in lento sfinimento.
Perdo il senso di me, come un libro senza storia,
perso in una profonda inutilità.
Mentre il mondo danza, ignaro e distratto,
il mio spirito si spegne, contratto.
L’anima è un sipario calato, senza più scena,
trascinata in depressione e isolamento.
La mia sensibilità, una melodia spezzata,
abbandonata al silenzio, mai più intonata.
Ma forse, in quest’ombra, un filo sottile resiste.
E tu, senti il mio lamento?
L’indifferenza è un dolore che non ha tempo.
Non lasciare che il silenzio divori chi ti è accanto.
Un piccolo gesto, uno sguardo, una parola sincera,
possono salvare un’anima dal buio.
