Un’isola alla deriva, senza vela né remi,
il faro spento, l’ancora ruggine.
L’eco dei passi, un battito lontano,
nel silenzio denso che avvolge ogni cosa.
La pelle è un deserto, le crepe disegnano mappe
di antiche sete, di oasi mai raggiunte.
Le mani, rami spogli in un inverno senza fine,
cercano invano il calore di un altro nido.
Il cuore, una stanza buia, con finestre serrate,
polvere di sogni, fantasmi di voci passate.
Ogni respiro è un sussurro al vento,
che non porta risposta, solo un’eco d’assenza.
A volte, un’onda di malinconia,
spezza il guscio, lascia filtrare la luce.
Ma è solo un barlume, un miraggio fugace,
prima che il sipario cali, e la notte torni.
