• Lotta contro il Pregiudizio: La Mia Voce Silenziosa

    Un’ombra scura mi cala addosso, pesante come un’armatura invisibile,
    un macigno sul cuore, duro come roccia antica.
    La prigione è qui, senza sbarre né muro,
    ma le loro parole, catene invisibili che soffocano ogni respiro,
    mi stringono l’anima, in un freddo futuro.

    “Diverso”, “sbagliato”, sussurri velenosi, spilli conficcati nella carne viva,
    eco di risate che non smettono mai, come l’ululato di un vento gelido.
    Ogni sguardo un giudizio, un colpo sordo nel silenzio,
    ogni gesto un attacco, una lama affilata nel buio,
    e la mia identità che si frantuma, come vetro calpestato, lo sai?

    Vorrei urlare al mondo chi sono davvero,
    ma la paura mi cuce le labbra e la mente, come un sudario di silenzio.
    Il pregiudizio è un mostro che mi sta addosso severo, un’ombra opprimente che non mi lascia mai,
    e ogni giorno è una lotta, silente, dolente, come nuotare contro corrente in un mare in tempesta.

    Non è una scelta, non è una malattia,
    è amore, è sentire, è il mio modo di essere, naturale come il sorgere del sole.
    Ma l’odio negli occhi, la loro follia, brucia come acido,
    mi insegna a nascondere, a non farmi vedere, a vivere nell’ombra, come un fantasma.

    Ho sognato un futuro di libertà e orgoglio,
    dove l’amore non ha un genere, non ha un confine, vasto come l’oceano, infinito come il cielo stellato.
    Ma questo peso è un tarlo, che scava il mio foglio, un cancro che divora ogni speranza,
    e cancella i miei sogni, li rende rovine, castelli di sabbia spazzati via dalla tempesta.

    Vorrei solo un abbraccio, uno sguardo gentile, un raggio di sole dopo un temporale,
    che veda l’umano dietro ogni mio difetto, oltre ogni etichetta, oltre ogni paura.
    Un po’ di comprensione, un animo sottile, come una carezza leggera sull’anima,
    che capisca il dolore che porto nel petto, un peso invisibile, ma così reale.