• Poesia di Unione: Tra Corpi e Natura

    Un lento approdo.
    Tu, terra ancora sconosciuta,
    un continente di ombre e silenzi.
    Io, nave che cerca un porto,
    e la mia rotta è il tuo respiro.

    La mia mano un’esplorazione,
    mappatura di coste sinuose,
    di colline accese da un primo sole.
    E la tua pelle si fa sabbia,
    accoglie la mia onda che si ritira, poi ritorna,
    più decisa.

    Il bacio è un seme,
    piantato tra i muschi del collo,
    e il tuo gemito il primo germoglio.
    L’aria si addensa di un profumo di pioggia imminente,
    di fiori che si aprono all’improvviso
    dopo una lunga attesa.

    I corpi sono rami che si intrecciano,
    linfa che sale,
    la fretta di una tempesta lontana.
    Diventiamo un’unica foresta,
    dove ogni tocco è un fremito,
    ogni sospiro un vento che agita le foglie.

    Poi, un lampo,
    la cresta di un’onda che si spezza
    nell’istante eterno del suo fragore sugli scogli.
    Una stella che esplode,
    lanciando frammenti di luce
    in un buio profondo, condiviso.

    E nell’eco di quell’evento,
    siamo due fiumi che hanno incontrato il mare,
    due cigni che dormono sul lago calmo.
    La quiete che segue l’uragano,
    il nostro mondo,
    silenzioso, infinito,
    perfettamente uno.