Il mondo, una cornice vuota intorno a noi.
Non la luce di un bar, non il suono di un’ora.
Solo il nostro sguardo, un’unica freccia
che trafigge l’aria e nel petto dimora.
I tuoi occhi, uno strappo che mi strappa,
un pozzo scuro in cui cado, perduto.
Il mio respiro si spezza e si riattacca
al ritmo tuo, un battito muto.
C’è una fame antica che ci ha uniti ora,
un’energia che la carne non cela.
Il mio corpo si piega, mi implora
di bruciare contro la tua pelle.
In un attimo che è un’eternità,
vedo ciò che sei, mi specchio in ciò che sono.
È una resa, una folle libertà,
il bacio che ancora non ci siamo dato.
Il tempo è un cadavere, un peso inutile,
mentre il mio sangue canta il tuo nome.
Siamo il prima e il dopo, il seme e il frutto,
un urlo silenzioso che non ha un come.
