Sogni e poesie di una donna qualunque

Era il Québec degli anni ’50, un angolo di Canada dove l’aria frizzante profumava di foreste e i cieli vasti abbracciavano piccole, laboriose comunità, un’atmosfera così genuina e rustica, perfetta per i sapori forti. A Drummondville, in un ristorantino noto come Le Lutin qui rit (anche se le storie sono un po’ pasticciate, come il piatto!), lavorava un tipo burbero ma con un cuore d’oro, il proprietario: Fernand Lachance. Un giorno di fine estate, un cliente abituale, Eddy Lainesse, un camionista sempre affamato e con poco tempo, entrò trafelato: “Ehi Fernand, mi metti insieme quelle tue fantastiche patatine fritte con un po’ di cheese curds che tieni da parte? Sono di fretta, non importa se è un pasticcio!”. I cheese curds sono quei bocconcini di cagliata freschissima, che fanno “squick squick” sotto i denti, una vera chicca locale. Fernand, all’inizio, si sganasciò dalle risate, borbottando: “Ma che maudite poutine (maledetto pasticcio) mi stai facendo fare, Eddy!”, ed ecco che, per una richiesta così semplice e strana, il nome rimase attaccato, quasi per scherzo.

Ma il vero tocco di magia, quello che trasformò il “pasticcio” in un capolavoro confortante, arrivò poco dopo: le patatine, tagliate spesse, belle dorate e salate, erano state appena fritte in olio sfrigolante, i cheese curds erano sparsi sopra, un trionfo di bianco latte e giallo croccante. Mancava qualcosa per legare, per rendere il tutto una coccola calda e avvolgente in quelle sere fresche del Québec. Lì intervenne la saggezza della cucina: una salsa gravy bollente, ricca e densa, ottenuta da un brodo ristretto di carne (vitello o pollo, con un pizzico di farina e burro per renderla vellutata) fu versata generosamente sopra. La salsa caldissima scioglieva appena, quel tanto che bastava, la cagliata, ammorbidendola e creando quel meraviglioso contrasto tra la patatina croccante, il formaggio squicky e filante, e la salsa saporita.

Eddy diede un morso, gli occhi gli si illuminarono, e esclamò con la bocca piena: “Fernand, è un’esplosione di calore e gusto, l’unica cosa che mi fa sentire a casa dopo ore sulla strada!”. E così, un pasticcio, una poutine nata da una fretta e un’idea strampalata, divenne il piatto che oggi scalda il cuore di tutto il Canada, un simbolo di semplicità e golosità in mezzo al freddo.

🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦🇨🇦

🇨🇦 The Cozy Birth of Poutine 🌟
It was 1950s Québec, a corner of Canada where the crisp air smelled of forests and the huge skies hugged small, hard-working communities—a genuinely rustic, down-to-earth vibe that was perfect for bold flavours. In Drummondville, at a little diner known as Le Lutin qui rit (though the stories are a bit messy, just like the dish!), there was a grumpy but good-hearted owner named Fernand Lachance. One late summer day, a regular customer, Eddy Lainesse—a trucker always hungry and short on time—rushed in:

“Hey, Fernand, can you just put your great French fries together with a bit of those cheese curds you keep on the side? I’m in a rush, don’t care if it’s a mess!”

Cheese curds are those little nuggets of super-fresh cheese that make a characteristic “squeak, squeak” sound when you bite them—a real local delicacy. Fernand, at first, burst out laughing, muttering: “Maudite poutine (damned mess) is what you’re making me do, Eddy!” And just like that, for such a simple and strange request, the name stuck, almost as a joke.

But the true magic touch, the one that turned the “mess” into a comforting masterpiece, came shortly after: the thick-cut, golden, and salted fries had just been sizzling in hot oil, and the cheese curds were sprinkled on top—a triumph of milky white and crispy yellow. Something was missing to bind it all together, to make it a warm, enveloping hug on those cool Québec evenings. That’s when kitchen wisdom stepped in: a piping hot, rich, and thick gravy, made from a concentrated meat stock (veal or chicken, with a pinch of flour and butter for velvetiness), was generously poured over.

The hot sauce just barely melted the curds, enough to soften them and create that wonderful contrast between the crispy fry, the squeaky and stringy cheese, and the flavourful sauce.

Eddy took a bite, his eyes lit up, and he exclaimed, mouth full: “Fernand, this is an explosion of warmth and flavour! It’s the only thing that makes me feel at home after hours on the road!” And so, a mess—a poutine born from a rush and a wacky idea—became the dish that now warms the hearts of all of Canada, a symbol of simplicity and delicious indulgence against the cold.