🍅🥒Principessa Panzanella di Toscana🥒🍅

Il sole di San Casciano batteva forte sul ballatoio della casa colonica, un caldo da far fischiare le cicale, ma nel fresco cantone di nonna Dina c’era un’aria di festa e di gran da fare. Il nonno Berto, uomo massiccio e schietto come l’olio nuovo, se ne stava seduto su uno sgabello, con un fiasco di Chianti alla sua sinistra e un cesto di pane toscano raffermo alla destra. “Dina, oh Dina! Il pane è duro come la testa di tuo fratello! Che si fa, lo si butta? Ma quando mai!” sghignazzò lui, asciugandosi il sudore dalla fronte. Dina, che aveva gli occhi che ridevano come le foglie di basilico al vento, scosse la testa. “Berto, e tu mi chiedi cosa si fa? Si fa la Panzanella, la resurrezione del pane! Ricordi quando eri ragazzino e la mamma ti mandava nei campi con quel pane inzuppato? Era la nostra energia, un piatto da Re, pure senza un quattrino!” E mentre parlava, prendeva con mani esperte i pezzi di pane sciocco, li sbatteva energicamente in una ciotola di terracotta e cominciava a bagnarli con acqua fresca e un goccino d’aceto di vino rosso, quel tanto che bastava per ammorbidire senza spappolare. “Guarda qua, lettore mio, non ti sembra che ogni pezzo di pane meriti una seconda chance, una rinascita? È la filosofia della Panzanella, non buttare niente, ma esaltare tutto!”

Il nipote, il giovane Marco, svelto come una lepre, era già all’opera con i doni dell’orto: pomodori maturi e sodi che sprizzavano succo, un cetriolo verde brillante sbucciato a metà, e l’immancabile cipolla rossa che, affettata fine fine, andava subito in ammollo in acqua e aceto per “farla piangere un po’ e toglierle l’arroganza,” come diceva nonna. “Marco, ora il pane va strizzato, ma con sentimento!” comandò Dina, e Marco strizzò la mollica bagnata con forza, ricavandone una base umida ma non zuppa. Poi, in un gesto coreografico degno del miglior teatrino fiorentino, unì nella grande insalatiera di coccio il pane rinato, i pomodori e il cetriolo tagliati a pezzi generosi, la cipolla scolata e le foglie di basilico spezzettate con le mani. L’aria si riempì di un profumo acuto e meraviglioso di terra e frescura. Il nonno Berto si alzò con finta lentezza, prese la bottiglia di olio Extra Vergine d’Oliva – quello buono, quello che pizzica in gola – e ne versò a cascata, come fosse oro liquido. “E ora il condimento, la firma del cuoco! Un pizzico di sale e abbondante olio. E tu, amico mio che leggi, la Panzanella la preferisci che ‘navighi’ nell’olio e nell’aceto o più ‘asciutta’ per sentir bene la croccantezza del cetriolo? Noi qui si abbonda, perché l’olio fa bene al cuore e pure all’umore!” Tutti risero, e Marco mescolò con le mani, sentendo sotto le dita la consistenza perfetta, fresca, succosa e lievemente acidula. Il piatto, così semplice, così antico, era pronto. La Panzanella, nata dal bisogno e diventata un trionfo di sapori estivi, andava in frigo ad “abbracciarsi” per un’ora. Nonna Dina si avvicinò e, guardando te che leggi, sorrise con l’empatia di chi condivide un segreto: “Vedi, la Panzanella è come l’amicizia vera, ha bisogno di un po’ di tempo per amalgamarsi, per far sì che ogni sapore conosca l’altro e diventi un unico, grande, succulento abbraccio. Chiudi gli occhi, senti il profumo… non senti anche tu l’eco delle risate di una volta e il sapore semplice della felicità contadina?” E su quel ballatoio assolato, tra il profumo d’aceto e basilico, si capì che la ricchezza stava non nel cibo costoso, ma nel saper dare nuova vita a ciò che si ha, con amore e allegria.

Posted in

6 risposte a “🍅🥒Principessa Panzanella di Toscana🥒🍅”

  1. Avatar Prinz Prospero

    T-Bone-Steak ist genau mein Ding 😍

    Piace a 4 people

  2. Avatar shivatje

    🙏🌹

    Aum Shanti

    "Mi piace"

  3. Avatar L' Alchimista Digitale

    la regina della tavola toscana

    "Mi piace"

Se puoi lascia un’emozione sarà la benvenuta