Cari amici questo è stato uno dei miei ultimi ” esperimenti “ovvero improntare un testo per una canzone, un mio amico musicista ci ha visto un buon pezzo e ne ha già fatto base musicale e tutte le battute musicali che vanno ad arricchire il ritmo principale … ho ascoltato il sound in anteprima ed è spettacolare. Questa è una premessa che vi ho fatto perchè chiaramente le metriche sono differenti da quelle della poesia. Insomma perdonatemi se non gradite il risultato letterario ( quello completo dev’essere completato cantato…. e dobbiamo trovare una voce particolare per eseguire il brano ).
Io lo volevo con tutte le mie forze,
perché noi eravamo il mondo,
eppure eravamo contro il mondo.
I nostri sguardi si cercavano
nella folla, e le mani,
pronte a sfiorarsi, indugiavano.
Sentivo il calore che emanava,
un fuoco che non avevo mai provato.
La sua pelle era un invito,
il suo respiro una melodia lontana
che mi chiamava.
Io volevo aggrapparmi ai suoi capelli,
volevo che lui capisse,
volevo che lui mi amasse per cancellare la realtà.
I nostri occhi si cercavano ancora
e il silenzio si riempiva
di un desiderio inconfessabile,
un’attesa che non aveva tempo.
Sapevo che lui bramava il mio corpo,
ma qualcosa lo fermava,
forse la vita stessa, le sue ferite.
E il mio cuore si spezzava
in un istante.
Per vivere una nuova disperazione,
perché sì, questa volta l’amore
non è solo leziosità.
È qualcosa che brucia,
che distrugge, che ricrea.
Siamo uno contro l’altro,
e siamo uno insieme all’altro.
Non ho capito …
in un momento tutto si è confuso,
eravamo noi nelle braccia l’uno dell’altro.
E da lì il mondo si è aperto.
Sì, il mondo si è aperto,
e noi ci siamo persi
e ci siamo trovati.
Abbiamo fatto l’amore disperatamente,
senza neppure respirare.
Eravamo carne contro carne,
un’unica disperazione che cercava di annullare
tutto il dolore del passato.
Le mie unghie affondavano nella sua schiena
come se volessi strappare via ogni ferita,
ogni cicatrice, per renderlo mio,
solo mio, per sempre.
I suoi gemiti erano preghiere,
le mie lacrime un fiume che bagnava
la sua pelle, un desiderio primordiale
di possesso, di fusione,
di diventare un’unica entità
contro un mondo che non ci voleva.
Era un ballo di corpi che si cercavano
e si respingevano, un’agonia e un piacere
in un solo, infinito istante.
E forse è stato il momento di libertà assoluta
in un mondo di…
in un mondo che non ci capiva,
in un mondo che ci giudicava,
ma in quel momento,
eravamo solo noi due,
un’unica anima, un unico respiro.
E tutto il resto era lontano.

Se puoi lascia un’emozione sarà la benvenuta