Nel profondo del suo cuore, un amore segreto fioriva, un giglio dischiuso, per un uomo che non poteva avere. Lei, splendente e pura, portava questo peso, mentre lui, già legato da un altro destino, la ricambiava in silenzio. I loro occhi si incontravano, specchi di un desiderio inconfessabile, un fuoco che bruciava tra due anime che avrebbero dovuto essere gemelle, ma un anello d’oro tagliava ogni possibilità.
Lui conosceva l’ardore celato in lei, ricambiava in segreto quell’inevitabile attrazione. Ma un giuramento antico, un destino crudele, lo teneva prigioniero di un altro impegno.
Così, arrivò il giorno. Un abito bianco, un velo di seta, un sogno infranto indossato con una falsa perfezione. Un altro uomo, gentile e ignaro, l’attendeva all’altare. Ogni passo sull’erba bagnata di rugiada era un addio sussurrato, il profumo di zagara un sudario.
Nel sagrato, tra la folla festante, i suoi occhi lo cercarono. Era lì, un’ombra discreta, i suoi occhi profondi che riflettevano la stessa ferita invisibile. Il velo, leggero come nebbia, divenne un muro, nascondendo le lacrime che scorrevano, testimoni di una storia mai iniziata e ora definitivamente finita.
Le labbra tremavano, il respiro bloccato in gola, mentre il suo nuovo marito, con una gioia sincera che le straziava l’anima, attendeva un bacio. Un futuro imposto, un impegno sigillato.
Un “sì” che era un gemito strozzato, un velo che, leggero, separava il suo dolore dal mondo. Un amore impossibile, negato per sempre, sotto un cielo indifferente, crudele eppure così banale nella sua immutabilità. Non c’era scampo, solo il silenzio di un addio senza parole.

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