Le rovine di ciò che è stato
Il passato, una prigione senza chiavi,
una tela intessuta di graffi e spine.
Ogni ricordo, un rovo che si avvinghia,
lacerando la pelle, lasciando segni indelebili.
Viali deserti, silenzi assordanti,
la solitudine un’eco senza fine.
Nessuna uscita, solo un orizzonte sfocato,
dove le ombre danzano in un balletto macabro.
Luci fioche, volti sbiaditi dal tempo,
lineamenti persi nella nebbia dei giorni.
Conoscevo forse quei sorrisi spenti,
o erano solo fantasmi di un’altra vita?
Il tempo, un fiume impazzito senza rive,
ha perso il conto dei giorni e delle notti.
Ogni istante si confonde, si dissolve,
lasciando solo il vuoto di un’eternità.
Eppure, tra le macerie del ieri,
una fiammella resiste, tremolante.
La speranza di un nuovo inizio,
di una pace che non sia solo un sogno lontano.

Se puoi lascia un’emozione sarà la benvenuta