Il 2 agosto, l’aria un pugno,
l’afa mi ruba il respiro.
Sono in stazione a Bologna,
la mente già a casa.
Il pensiero corre veloce,
da mia moglie, ai miei figli,
al profumo della cena.
La quiete di un divano, la fine della giornata.
D’un tratto, un boato.
Il mondo si spezza,
vetri in mille schegge,
la polvere mi acceca.
Cado, non sento più le gambe,
non so più chi sono.
Le grida, le sirene,
il caos che mi avvolge.
Ho paura, una paura sorda,
non per me, ma per loro.
Chi li proteggerà, chi li salverà?
L’ultimo pensiero è per loro.

Se puoi lascia un’emozione sarà la benvenuta