Il respiro è un fiato corto,
un sussurro che si perde nell’aria.
Il mondo è un paesaggio dipinto a matita,
senza i colori che mettevi tu.
E i tuoi occhi… sono ancora lì,
come stelle fisse in un cielo vuoto,
un incantesimo che si rifiuta di sciogliersi.
Ma sento che qualcosa si muove,
un fremito gentile sotto la pelle,
come una radice che cerca la luce.
Non c’è rabbia in questo risveglio,
solo la quiete di un’alba che si fa strada,
la dolce promessa di un fiore di campo
che vuole farsi notare dal sole.
Senza fretta, senza rumore,
sto annaffiando un giardino nel mio cuore.
Non sto lottando, sto semplicemente lasciando andare,
come un petalo che si stacca dal suo stelo.
Il dolore non è più un muro,
ma un vecchio sentiero che si ricopre d’erba.
Sto imparando di nuovo a sentire il vento,
a lasciarmi cullare dal suo canto.
E l’amore che è stato
non è andato perduto.
Si sta trasformando,
come una pioggia leggera che nutre la terra,
in una calma forza, una morbida certezza.
Sto ricucendo il mio tessuto,
non per un’armatura, ma per un abito nuovo,
di pizzi e di sogni.
Sto diventando più me stessa,
un po’ più fragile e più forte,
e così mi preparo, senza saperlo,
per il tempo che verrà.
Per quando la mia anima sarà pronta
a specchiarsi in un’altra,
e i miei occhi, finalmente liberi,
incontreranno i suoi,
per una nuova, dolce, melodia.

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