Una vecchia, un sorriso sottile,
con dita nodose, stanche del tempo,
tiene una girandola, un fiore gentile,
che danza nel vento, senza scampo.
La plastica lucida, un arcobaleno,
gira e s’avvolge in un vortice muto.
Per lei è un sortilegio, un incantesimo sereno,
un fremito d’aria, un segreto caduto.
E il mondo intorno, un brusio di voci,
la addita e ride, con disprezzo crudo.
“Guardatela, la vecchia, le sue follie feroci,
è pazza, è stupida, in un mondo nudo.”
Ma lei non li sente, non li vede affatto.
I suoi occhi di vetro sono oltre il confine.
Rivive un ricordo, un antico patto,
con l’innocenza che ora è alla fine.
Non cerca l’oro, non cerca la fama,
solo quel giro che tutto cancella.
È la magia che il suo cuore brama,
la giostra di un’anima, un’ultima stella.
E vive nel suo mondo, un’oasi profonda,
dove il tempo è un gioco, non un confine.
Nella girandola che gira e che abbonda,
lei ritrova la bambina che è rimasta in lei, alla fine.

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