C’è un’ultima valigetta di cuoio che aspetta,
un’auto che non partirà più,
e un pomeriggio d’estate che si è fermato per sempre,
per non dimenticare.
Il suo cuore non era di marmo,
non era un’armatura la sua toga.
Era un uomo che portava il peso della sua città
sulle spalle stanche ma l’anima ferma.
Con gli occhi di un padre che non vuole vedere i suoi figli piangere.
La bomba, un urlo che non si può ascoltare,
un’onda di dolore che ha spento il sole
e ha portato via con sé i fratelli di scorta,
anime giuste che si sono fatte scudo d’amore.
Non è un eroe di un libro di storia,
non è un’icona lontana.
È qui, in ogni sguardo che cerca la verità,
nel coraggio di un giovane che non si piega.
La sua assenza è un abbraccio che ti avvolge
e ti chiede, con la forza del silenzio: “Continua tu”.
E ora lui è qui, nell’aria che respiri a Palermo,
nel respiro profondo di chi non vuole dimenticare.
Il suo sacrificio, una lacrima versata per tutti,
un seme piantato con la speranza
che la terra di giustizia fiorisca un giorno.

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