Sogni e poesie di una donna qualunque

Una stella solitaria,
l’ultima che abbiamo visto.
L’aria ferma, densa di un silenzio che urla.
La tua mano sulla mia guancia, un tocco che brucia e consola.
Non un addio, non ancora.

“I tuoi occhi, specchi d’acqua scura,
riflessi di futuri non nati.
Affondo le mani nei tuoi capelli, un groviglio di ricordi.
Ogni bacio, un sigillo apposto su un dolore inarrestabile.
Ti stringo a me, disperato, come se potessi fermare il tempo,
inchiodare questa notte all’eternità.
La pelle contro pelle, un disperato tentativo di rimanere.
È un desiderio ardente, violento,
non amore dolce, ma la fame di chi sa che l’ultima goccia sta per evaporare.
Ti voglio, ti prendo, non per piacere, ma per possederti interamente,
perché l’alba porta via ciò che non posso trattenere.”

“Il tuo respiro sul mio collo, un vento caldo che preannuncia il gelo.
Mi perdo nel tuo abbraccio, l’unico rifugio.
Ogni tuo tocco è una ferita e una cura,
un’epifania che finisce con un lamento.
Mi aggrappo a te, le unghie che si conficcano,
per imprimere il tuo odore, il tuo sapore, la tua forza.
Il nostro amore, stasera, è un incendio divorante,
un tentativo folle di bruciare ogni distanza futura.
Siamo due fiumi che si incontrano e si scontrano,
sapendo che presto prenderanno strade diverse.
Ti do tutto me stessa, nel terrore di non trovarti più,
di non sentire più il tuo cuore battere vicino al mio.”

“È un ultimo grido senza voce, un ballo frenetico sull’orlo del baratro.
Le lacrime si mescolano al sudore, sale e rimpianto.
Non c’è spazio per parole, solo per il linguaggio dei corpi.
Ci cerchiamo nell’oscurità, nel tentativo di scolpire nei nostri sensi
l’immagine dell’altro, il suono, il calore.
Finché non resta che il silenzio, un silenzio pieno di promesse infrante.
E l’attesa insopportabile della luce che spezza la magia,
un’alba che non vogliamo vedere.
L’ultima stella è svanita.
Siamo rimasti soli, anche se abbracciati.”