Manca la notte, amore mio, e l’anima si lacera.
Quest’altra parte del letto, un abisso gelato,
dove dimorava la tua vita, ora un vuoto che grida.
Le lenzuola, testimoni silenziose di un amore svanito,
stringono ancora il tuo profumo, ma è solo un’eco che svanisce,
un tormento gentile che mi strappa il respiro.
Ticchettano le ore, colpi sordi nel silenzio assordante,
ogni rintocco un battito mancato del mio cuore spezzato.
La luna, complice impassibile, getta ombre fredde sulla stanza vuota,
mentre il mio corpo è un’eco di te, un guscio fragile e disabitato,
un tempio violato dove la tua luce non splende più.
Oh, l’eco del tuo corpo, non più fuso nel mio!
Un’impronta indelebile incisa nell’anima, un’assenza che brucia,
ogni nervo vibra il tuo nome nel buio insonne,
un urlo soffocato, un lamento che si perde nel nulla,
frutto di una disperazione che non trova pace.
E mi perdo nel ricordo, un miraggio crudele e struggente,
della tua pelle vellutata contro la mia, del tuo respiro caldo nel sonno,
del ritmo dei nostri cuori che battevano all’unisono.
Ora solo un’ombra mi avvolge, fredda, implacabile,
e la notte è un sudario intessuto di lacrime e rimpianti,
che mi stringe il cuore in una morsa d’indicibile dolore.

Se puoi lascia un’emozione sarà la benvenuta