Il mio corpo, un tempo tempio, ora è gabbia,
Eco di un grido che la voce non libera.
L’anima, un tempo danza, ora è ombra,
In questa notte che non conosce l’alba.
Sofferenza, amara compagna,
Il suo canto mi culla in un sonno senza pace.
Ogni respiro è un fardello,
Ogni battito un’eco lontana di ciò che è stato.
Impotenza, mantello pesante,
Mi avvolge in un freddo che brucia.
Le mani tremano, la vista si offusca,
E il mondo, un tempo vivido, si spegne.
Solitudine, un vuoto assordante,
Mi circonda come un’aura invisibile.
Le risate lontane, le vite che scorrono,
Sono lame che affondano nel mio isolamento.
E la rabbia, un fuoco che divampa,
Contro chi, insensibile, mi osserva cadere.
Approfittano della mia debolezza,
Mi scansano, come un rifiuto, un peso inutile.
Il desiderio di arrendermi,
Di placare questa sete inestinguibile di dolore.
La morte, una promessa sussurrata,
Un abbraccio silenzioso che mi liberi da me.
Ma c’è una fiammella, fragile e tremolante,
Che resiste, anche nel più profondo buio.
Un ricordo lontano di forza, di speranza,
Che forse un giorno, possa ancora brillare.

Se puoi lascia un’emozione sarà la benvenuta